Il Museo del Design Italiano di Triennale Milano si rinnova e vuole parlare a un pubblico sempre più ampio, puntando su accessibilità, collaborazioni, nuove acquisizioni, un ricco programma di mostre ed eventi, ma anche location inusuali.
Inaugurato nel 2019, il museo raccoglie una selezione di circa 200 pezzi tra i più rappresentativi del design italiano, che provengono dalla Collezione Permanente di Triennale Milano, composta in totale da oltre 1.600 pezzi.
Nella sua nuova veste, vuole essere “il racconto di come gli oggetti rappresentano la storia degli stili di vita, della cultura e della creatività del nostro Paese”, spiega Stefano Boeri, presidente di Triennale. Il Museo del Design Italiano di Triennale Milano si rinnova e vuole parlare a un pubblico sempre più ampio, puntando su accessibilità, collaborazioni, nuove acquisizioni, un ricco programma di mostre ed eventi, ma anche location inusuali. (https://triennale.org/eventi/museo-del-design-italiano/)
Inaugurato nel 2019, il museo raccoglie una selezione di circa 200 pezzi tra i più rappresentativi del design italiano, che provengono dalla Collezione Permanente di Triennale Milano, composta in totale da oltre 1.600 pezzi.
Nella sua nuova veste, vuole essere “il racconto di come gli oggetti rappresentano la storia degli stili di vita, della cultura e della creatività del nostro Paese”, spiega Stefano Boeri, presidente di Triennale, “e di come Triennale, che è un’istituzione pubblica, ha costruito in questi decenni un archivio importante, un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini.”
Triennale Milano_ph Gianluca Di Ioia
Triennale Milano_ph Gianluca Di Ioia
Rivolgersi a tutti, e non ai soli addetti ai lavori, è un punto centrale della nuova veste del Museo, che vuole offrire l’opportunità di conoscere una parte importante del nostro percorso collettivo attraverso gli oggetti che tutti noi conosciamo, che sono entrati nell’immaginario condiviso e che hanno segnato l’evoluzione del gusto e del modo di vivere negli ultimi decenni.
Questa riedizione del Museo lascia il ruolo da protagonista a pezzi di design che hanno una forza tale da raccontarsi attraverso la loro semplice presenza, con una potenza comunicativa straordinaria, “un vero e proprio scrigno di memorie e connessioni”, continua Boeri. “Per noi era importante rendere questa storia accessibile a tutti”, conferma Marco Sammicheli, direttore del Museo. “Spesso gli archivi storici sono luoghi frequentati dagli addetti ai lavori, mentre appartengono a tutti, devono essere dei tesori a disposizione della comunità.”